Cosa ci raccontano i bambini?

Cosa ci raccontano i bambini?

Un invito a riflettere sulle loro relazioni.

Dall’analisi dei bisogni, ma anche dal contatto diretto con i bambini e da ciò che ci hanno raccontato le insegnanti all’interno del progetto Giochiamo i diritti, emergono spunti che ci fanno pensare. I bambini sembrano chiederci – a modo loro – più tempo per stare insieme, ma non nel caos dei grandi gruppi, né nei pomeriggi pieni di attività organizzate dagli adulti. Ci parlano, piuttosto, del desiderio di momenti semplici, in cui poter condividere il tempo con uno o due amici, in piccoli cerchi, lontani dalla frenesia e dalle regole imposte dall’esterno.

Non si tratta tanto di socialità “organizzata”, quanto di uno spazio per allenarsi alla relazione: raccontarsi, inventare giochi, litigare e fare pace. Piccoli conflitti quotidiani, vissuti senza fretta e con la presenza discreta di un adulto, possono diventare occasioni preziose di crescita. È in questi micro-mondi che, forse, i bambini trovano il tempo per conoscersi davvero, ascoltarsi e imparare a rispettare i turni, a guardarsi negli occhi.

Un altro elemento che si è affacciato in queste osservazioni riguarda il desiderio di accogliere e di essere accolti: ospitare un compagno a casa propria, mostrare il proprio mondo, condividere oggetti e abitudini, ma anche entrare con rispetto nella casa e nella vita dell’altro. Ci chiediamo: non sarà in questo scambio che si coltivano apertura e capacità di confronto? Osservando da vicino realtà diverse, i bambini hanno forse la possibilità di guardarsi da fuori, di ripensare alle proprie abitudini, di sviluppare uno sguardo che non giudica ma che cerca di comprendere.

Sono riflessioni, queste, che ci interpellano. Ci chiediamo se, troppo spesso, i pomeriggi dei bambini non rischiano di riempirsi di impegni strutturati o, al contrario, di svuotarsi di relazioni autentiche, lasciando spazio solo agli schermi. Le relazioni, del resto, non si insegnano in teoria: si vivono. E forse hanno bisogno di piccoli cerchi, tempo condiviso senza fretta, storie sussurrate e giochi inventati.

Non sono certezze quelle che proponiamo, ma domande che vogliamo condividere: i bambini ci stanno forse chiedendo meno folla e più amicizia? Meno socialità forzata e più possibilità di costruire insieme, lentamente, i fili della convivenza, della cura reciproca, della pace?